martedì 27 aprile 2010

Harry Brown



Michael Caine vs Hoodies Generation.
Chiarirò subito il dubbio per chi non conosce il significato della parola hoodies, capo d'abbigliamento, le felpe con il cappuccio, usate in questo film come simbolo dei cattivi ragazzi della periferia inglese. Ora invece passiamo all'interrogativo che si pone il film, Harry Brown appunto. Può un pensionato diventare un vigilante notturno con manie omicide vicine a quelle di Saw? Sembrerebbe di si, Harry Brown c'è riuscito, sarà quel senso di incompiutezza che deve averlo colto dopo la morte del suo migliore amico Leonard, ucciso a calci e pugni da un gruppetto di teppisti locali. Una sete di vendetta che lo spingerà fino alle radici della gang colpevole dell'omicidio del suo amico, portandolo a rischiare la sua stessa vita, anche a causa di enfisema.
Non nascondo che la trama di questo film di produzione inglese sia scontata e intuibile dopo una manciata di minuti, ciò che invece merita un applauso è sicuramente l'interpretazione di Michael Caine che riesce a fare suo un ruolo basato sulla fisicità trasformandolo in un personaggio emotivo, palese come Gary Young si affidi in gran parte a lui optando per lunghi primi piani sulle espressioni di un Harry Brown distrutto. Solito plauso alla regia e alla fotografica, impeccabili come ogni film d'oltremanica e con intuizioni senza dubbio degne di nota. Difficilmente questo film arriverà in Italia, magari in home-video, merita sicuramente una visione, soprattutto alla luce della crisi del cinema d'azione moderno.
P.S. Per i fan di Skins c'è una piccola curiosità: uno dei teppisti barbaramente uccisi dal nostro amico Harry è interpretato da Jack O'Conell, il Cook della seconda generazione.

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