venerdì 3 settembre 2010

The Expendables




C'è stato un tempo in cui i muscoli dominavano il cinema. Le sale si riempivano per seguire le gesta di Rocky Balboa, di John McClane e dei Terminator. Come spesso succede però i miti finiscono, invecchiano, si raggrinziscono e delle volte prendono steroidi per evitare la ripida discesa verso il declino; Sylvester Stallone pare essere uno di quei personaggi pieni di voglia, di fare cosa però? Dopo aver rianimato lo stallone italiano per il suo ultimo incontro ed aver fatto combattere la sua ultima guerra a Rambo Sly ha deciso di omaggiare quel cinema che l'ha reso famoso, quello della gente muscolosa insomma.
Parliamoci chiaro, The Expendables è questo, un grandissimo tributo al cinema d'azione degli anni 80, una grande festa a cui prendono parte (quasi) tutte le star di genere e che si prende la briga di invitare anche quelli che ne dovranno sorreggere il peso per i prossimi anni.
La trama è di quelle banali e che permettono un death counter alto a fine film: gli Expendables sono un gruppo di mercenari pieni di buoni intenti che si trovano coinvolti in una missione mortale così pericolosa da spaventare persino il nostro team di nerboruti eroi. Sovvertire un dittatore di un' isoletta messicana che tiene sotto il suo controllo dei poveri nullatenenti è di per se un clichè ma si poteva sicuramente fare di meglio, e Sly lo fa dandoci un malvagio ex agente della CIA corrotto , il sempre bravo Eric Roberts, vera minaccia per i nostri protagonisti e vero artefice della politica repressiva. Sotto i muscoli però batte un cuore e dopo dopo che il contatto della gang si è rivelato per quello che è, ossia una bella figliola, Barney (Sly chiamato così fa decisamente ridere) e soci decidono di partire alla volta dell' isola.
La festa si riempie quindi di situazioni tipiche: sparatorie, coltelli che volano accompagnati da corpi di poveri soldati, pugni e battute di dubbio gusto che non riescono a riportare gli invitati allo status di 20 anni fa ma che li rendono solo delle povere macchiette. Stallone dietro la macchina da presa è banale, forse c'è una sola intuizione da salvare, e non riesce a rendere memorabili nemmeno le scene d'azione che tanto dovrebbe avere nel sangue. La cosa peggiore però accade quando lo script impone l'umanizzazione dei personaggi con lacrime da coccodrillo e donazioni economiche prive di alcun senso, scelte che sembrano messe li per sottolineare ancora di più la banalizzazione dei protagonisti. Sarebbe stato bello trovarsi davanti ad un film capace di esaltarmi come fecero Die Hard e Terminator 2, ma purtroppo questi mercenari oltre ad essere "sacrificabili" sono anche molto trascurabili.


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