Alex Zhang Hungtai alias Dirty Beaches ha caricato qualche giorno fa una versione alternativa del brano Golden Blonde già apparso nell'album del 2007 Odd Blood.
Golden Blonde (New mix) by Dirty Beaches
Yours Truly Session
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martedì 27 dicembre 2011
martedì 2 agosto 2011
SUMMER STUFF #2
Sbim! Sbum! Sbam! E' estate? L'estate è finita? Noi non ne abbiamo idea, non ci siamo nemmeno resi conto dell'aumento delle temperature, forse eravamo troppo impegnati a compilare i venti pezzi che fanno parte della nostra nuova compilation. Lo scorso anno l'avete scaricata in tantissimi, questa volta ci vogliamo superare ed abbiamo cercato per voi i pezzi migliori di questa estate. C'è crisi, è tutto gratis e non avete scuse!
Quindi: cliccami!
mercoledì 4 maggio 2011
The Wombats - This Modern Glitch

Parlare dei The Wombats mi riporta senza dubbio a diversi anni fa, quando cominciavo ad esplorare quell'immenso mondo che è il panorama indie nel quale il trio di Liverpool si era da poco affacciato con una serie di singoli easy listening e danzerecci, fatti per entrarti in testa e non uscirne più. Inutile dire che le attese per This Modern Glitch erano tutt'altro che modeste, in una scena fatta di contaminazioni dalla breve durata e di artisti da pc volevo un album che fosse in grado di risvegliare il Francesco (sarei io..) di quattro anni fa, di farlo ballare ed innamorare di quei coretti tanto paraculi quanto amorevoli e di convincerlo a dire "Promossi!". La situazione attuale però è ben diversa, un mese fa avrei detto che quest album sarebbe stato fenomenale, il degno erede di Proudly Present e che quei pochi singoli che circolavano in rete non erano altro che la punta dell'iceberg; un iceberg che purtroppo si è rivelato essere più un ghiacciolo alla menta (un gusto che odio n.d.r.). Tokyo, Techno Fan e poche altre tracce trainano faticosamente l'album verso la sua conclusione, intervallando pezzi validi ad altri trascurabili e forse troppo poco curati per essere incisivi. La formula "techno dance" erede dell'estro danzereccio di cui sopra stanca perché priva di varianti che possano spingere l'ascoltatore a spingersi avanti. This Modern Glitch è quindi un album dalla breve durata, fatto più per mandare nell'etere due/tre pezzi che per conquistare i cuori dei fan.

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lunedì 25 aprile 2011
Introducing-The Hopelessly devoted
Chi ci segue da tempo saprà sicuramente del debole che abbiamo per gli anni 50/60 basti ricordare le recensioni che fecimo di Broken Dreams Club e di Volume Two che dei suoni di quegli anni ne erano pregni.
Qeulli che vi presento oggi sono quattro giovani di Los Angeles con un frontman Britannico, Ian Webber, e un album di debutto in uscita.
Ecco, io ho ascoltato bene questo album e posso dirvi con certezza che è una delle cose migliori che ho sentito dall inizio di questo, fino ad ora, sfortunato 2011;Introducing è un album di 14 pezzi che mi ha fatto innamorare, piangere con pezzi come "Rainy Days, Lonely Nights" e ballare a tempo di un rockabilly presleiano con "Radio Radio" (scaricabile gratis qui a fondo pagina).
Non ho altro da dire se non che forse per andare avanti bisogna davvero guardarsi un pò indietro e devo dire che gli Hopelessly Devoted lo hanno fatto alla grande, e io non sò resistere al fascino del vintage.
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martedì 5 aprile 2011
Glasvegas - EUPHORIC /// HEARTBREAK \\\

I cuginetti Allan si ripropongono, e ci lasciano più che perplessi, con il nuovo album " EUPHORIC /// HEARTBREAK \\\" . Dopo il miracolo del primo disco e dei suoi tormentoni (Geraldine, Daddy's Gone, Flowers & Football Tops) era pretenzioso in effetti aspettarsi chissà quale salto di qualità. Le premesse in ogni caso facevano ben sperare; pausa di riflessione protratta e solitaria, villa multimilionaria sulla costa californiana dove rinchiudersi religiosamente per comporre, influenze avanguardistiche made in USA. Certo, qualche intoppo e qualche impegno qua e là ci sono stati, come la batterista Caroline McKay che lascia i compagni di Glasgow soli soletti nella rovente Santa Barbara senza quasi disfare la valigia. Proprio questa mattina poi, si legge su clashmusic.com di un "James Allen missing", visto l'ultima volta all'aeroporto e con tanto di mamma preoccupata in pieno stile rapimento all'italiana. Mamma che tra l'altro partecipa all'album con un breve recitato al termine di Change, pezzo piuttosto melenso ed in verità inspiegabilmente solenne. La frase strappacuore della tenera genitrice che chiude il brano, "Before changing for me, change for you", rende inutile ogni altro commento sulla retorica. Uniche luci (pallide) del disco sembrano Dream Dream Dreaming, tormentosa ballata orecchiabile, e Euphoria, Take My Hand, il singolo estratto che però non si allontana così tanto dalla falsariga del primo lavoro self-titled del quartetto scozzese. In realtà in tutto l'album ti aspetti da un momento all'altro di sentire "It's gone, it's gone, it's gone, it's gone oooooh-oooooooh" oppure il geniale "Oh oh are you my heroooooo oh oh" (noto solo ora un abuso della vocale "o"). Non si vede infatti chissà quale cambiamento, non si comprende a chi abbiano giovato i tre anni di attesa, quali frutti siano effettivamente maturati. Di sicuro i Glasvegas appaiono ridimensionati da questo "nuovo" stile, nato da mamma yankee e babbo ubriaco della East End di Glasgow, che perde grinta a discapito di nenie soporifere, batterie inflessibili e prive di mordente e chitarre divenute pura amministrazione, routine piatta sullo sfondo. Ecco come menzionare più volte l'euforia sembra in questo contesto del tutto ironico. Euforia portami via.

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venerdì 18 marzo 2011
The Strokes - Angles

Dovrei parlare di quando andavo al liceo ed ascoltavo in solitaria gli Strokes mentre i miei compagni idolatrvano le band del momento, le stesse che sono scomparse o che si sono sciolte e che con buona ragione anche quelli che una volta dividevano i banchi con me hanno abbandonato. Io invece non mi sono mai arreso, gli anni passati dal 2006 sono stati la prova più dura per ogni fan degli Strokes; conferme, smentite, solisti e dichiarazioni poco amichevoli hanno acompagnato la nascita e l'uscita di Angles, il quarto album della band di New York che torna dal suo pubblico dopo la bellezza di cinque anni. Come sono cambiati Casablancas e soci? Qualcuno ha visto la perdita di qualche capello, qualcuno ha deciso di registrare per conto suo e qualcun altro si è messo a scrivere canzoni (con risultati eccellenti direi). Partiamo da quella che è identificabile come la linea di confine tra il 2006 ed oggi, "Under Cover of Darkness" i vecchi Strokes racchiusi in una sola traccia e l'ultimo assaggio di quello che è un sound praticamente superato ed annullato dal resto dell'album. La cosa che sorprende di più di Angles sono le chitarre di Valensi ed Hammond, sensibilmente maturate nel corso degli anni, sempre precise come un tempo ma adesso anche estremamente ingegnose negli arranggiamenti e nell'uso dell'effettistica varia. Machu Picchu ad esempio riesce a suonare come una canzone da dancefloor solamente grazie all'intreccio dei due chitarristi (e qui ringrazio lo stereo della macchina rotto) che rendono i loro suoni tanto necessari quanto scontati per un orecchio poco attento. Ci si sorprende per la varietà, per come si passa da ballad eleganti come Life is Simple in the Moonlight alle urla gracchianti di Metabolism, per come per la prima volta in dieci anni un album degli Strokes sia un vero lavoro corale. Chi ci vede un semplice pastrocchio di idee probabilmente ha passato troppo tempo a fare air giutar su Reptilia e troppo poco ad apprezzare 4 Chords of the Apocalypse, perché la questione è semplicissima: gli Strokes sono cambiati, io dico in meglio, voi fate come volete.

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lunedì 14 marzo 2011
The Vaccines - What Did You Expect From The Vaccines?


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martedì 25 gennaio 2011
Cloud Nothings - Cloud Nothings

Soffici come una nuvola ma graffianti come una tigre, no non è un nuovo spot dei fazzoletti è semplicemente la prima definizione che mi viene quando penso ai Cloud Nothings. Dopo un esordio che li aveva catapultati nella lista delle band americane più interessanti, i ragazzi di Cleveland tornano con un album che afferma il loro carattere e segna un nuovo passo avanti. Se la definizione che ha aperto questa recensione vi sembra strana lasciatemi spiegare, si parla di sound e quello dei Cloud Notings è quanto di più lo-fi possa esistere. Le chitarre ruvide e i brani dall'attitudine quasi punk lasciano spazio a pezzi più intelligenti ed elaborati, carichi di energia come un tempo ma anche pregni di emozioni e veicolati da una composizione più attenta e meno scanzonata. Certo, non sto parlando dell'iper precisione degli Everything Everything, ma di una caratteristica tutta loro, un marchio di fabbrica che ci garantisce l'arrivo allo step appena successivo all'esordio con hype. L'America è ormai una fucina che sforna band ad una velocità impressionante, basta leggere le ultime recensioni di questo blog per vedere come ogni 'figlio' del Nuovo Continente si stia meritando un posto d'onore nelle liste dei migliori. Dylan Baldi e soci non fanno eccezione, hanno il pregio di essere veri nonostante questo li porti ad essere un ascolto ostico e particolare. Sono comunque dell'idea che davanti a pezzi come 'Should Have' o 'Nothing Wrong' ci sia da applaudire e da evidenziare il loro nome appuntandogli accanto la dicitura: di ottime speranze.
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giovedì 20 gennaio 2011
White Lies - Ritual

È decisamente difficile tornare a parlare dei White Lies, una band che per alcuni tratti apprezzo ma che per altri reputo abbastanza superflua. Il 2009 è stato l'anno che ha visto il lancio di Harry McVeigh e soci con l'album 'To Lose My Life'; un lancio che ha seguito il solito copione UK: molto hype, decine di copertine, singoli potenti e, mi viene da dire stranamente, un buon album. La pecca però, anzi direi il punto debole della band era il live. Li, sul palco, i tre ragazzini inglesi sembravano dei bambini spaesati con un misto di imbarazzo e goffa euforia. Emergeva così l'immaturità della band, da molti accusata di essere 'finta' ma che sicuramente si era trovata in una situazione molto più grande di loro. 'Bigger Than Us' appunto, perché decontestualizzando il titolo della traccia più potente dell'album si ritrova per l'appunto l'analisi perfetta di questa recente produzione. 'Ritual' potrebbe essere commentato come la messa su disco dei problemi della band, un album che cerca di affermare una maturità assente, che abbandona coraggiosamente (o furbescamente) la foga dell'esordio e che fallisce nel suo tentativo di convincere. 'Bigger Than Us' è forse il raro caso d'interesse di dieci canzoni trascurabili, soporifere e in alcuni casi oserei dire vuote. Prendiamo la prima traccia dell'album, 'Is Love', vano tentativo di riproporre i suoni di pezzi come 'To Lose My Life' o 'Farewell To The Fairground' rendendoli però totalmente innocui e non più graffianti come tre anni fa; non posso dirvi se la band ha voluto osare troppo peccando di autostima o se questo 'Ritual' è un semplice e maldestro proseguimento di carriera, posso solo dire che i White Lies hanno mostrato il loro enorme punto debole.
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martedì 18 gennaio 2011
Tennis - Cape Dory

Chi sono i Tennis se non una delle band più chiacchierate del 2010? I coniugi Patrick ed Alaina Riley sono riusciti a creare uno dei progetti musicali più promettenti ed attesi dell'anno corrente, ed insieme all'aiuto di James Barone (batterista ma anche sound engineer) hanno finalmente dato alla luce il tanto atteso 'parto', Cape Dory. Dieci tracce composte da semplici melodie solari e spensierate, tenere ballad adatte ad ogni tipo di clima ed il tutto con una sola parola d'ordine: semplicità. Ma non lasciatevi trarre in inganno, qui si parla di dieci piccoli gioielli twee incapaci di annoiare ma assolutamente capaci di intrattenere gli ascoltatori; se la title track 'Cape Dory' è una ballad lenta dai ritmi marcati 'Long Boat Pass' è un contaggioso pezzo da pista da ballo in un clima da prom liceale. Pochi elementi musicali che si fondono perfettamente ed impreziositi da un gusto retrò senza però infastidire come alcune recenti produzioni lofi evidenziando così la vera forza di questo LP, ossia riuscire ad essere estremamente efficace senza voler strafare, senza gonfiarsi per sembrare più grande. Una lezione di musica, e non solo, che ultimamente diverse band dovrebbero seguire.
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lunedì 17 gennaio 2011
Smith Westerns - Dye It Blonde

Per chi non lo sapesse, ci sono 4 ragazzini che non superano i 20 anni. Vengono da Chicago, Illinois e dedicano una gran parte del loro tempo ad un progetto chiamato Smith Westerns. Non è una di quelle band destinate a sparire dopo il primo album. Ciò è dimostrato dal fatto che, proprio dopo l'uscita dell'omonimo album, apprezzato e gradito in America, Europa e Giappone, la band ha calcato gli importantissimi palchi dei maggiori festival estivi e vanta di aver supportato per tutto il tour gli Mgmt. Ora che avete smaltito le feste natalizie e le sbronze di fine anno, siete pronti per ascoltare il loro nuovo lavoro che uscirà domani (18 gennaio 2011). L'album in questione si intitola “Dye It Blonde” e contiene 10 inediti brani. Il sound è leggermente cambiato. C'è ancora quell'atmosfera spensierata che aveva caratterizzato il primo lavoro della band di Chicago, ma come scrisse anche “Pitchfork”, questa volta i ragazzi fanno sul serio. Il loro garage postmoderno si fonde con suoni pop e lo-fi. Il risultato? Un intreccio di suoni sognanti che fa sperare in un prosperoso 2011. “Weekend”, uscito il 4 novembre dell'anno appena concluso, è il primo singolo e traccia d'apertura dell'album. Il riff di chitarra iniziale e quando Cullen canta “Na na na na na a girl like you!” fanno capire che si tratta di un grande brano e che quello che si andrà ad ascoltare è un discreto album. Le tracklist è perfetta, il disco scorre che è una meraviglia ed è caratterizzato da altri grandi pezzi come “Still New” e “All Die Young”. Qui esce fuori tutta la vena glam degli Westerns, fedelissimi a Bowie in alcuni punti e ai T.Rex, perchè no. Dopotutto, la band stessa, non ha mai nascosto che gli artisti appena citati rappresentano un'importanza unica per la musica che fanno. Che gli Westerns siano stati molto a contatto con la band di Andrew Vanwyngarden, lo si capisce dal brano “Smile”, uno dei più belli e più maturi dell'intero disco. A concludere questa delizia ci pensa “Dye The World”, brano che probabilmente dà il nome all'album. “Are you a dream or something in between? Is this fantasy or am I just lucky? Dye the whole world blonde!”, le ultime frasi di un disco che tornerà buono riascoltare, anche dopo gli innamoramenti da ombrellone, la prossima caldissima estate.
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mercoledì 29 dicembre 2010
L'inverno secondo Pete & The Pirates
Pete and the Pirates - Winter 1 from Stolen Recordings on Vimeo.
Con un ritorno fissato per Maggio 2011 i Pete and The Pirates hanno cominciato a darci qualche dettaglio sul loro prossimo lavoro rilasciando un nuovo singolo da titolo "Winter 1". Titolo e video a tema quindi per quello che sembra essere un bel regalo di Natale dalla band di Reading.
Poco sopra potete trovare il video, mentre qui potete scaricare il pezzo.
White Whishes - Today
Intimo progetto solista di Nikita Pavlov giovanissimo ragazzo fuggitto a Berlino ma originario di St. Petersburg (Russia), questo EP contenente quattro pezzi entra in punta di piedi nelle nostre orecchie e ci riporta indubbiamente alle atmosfere dreamy dei Radio Dept. voce calda che echeggia tra chitarre twee-pop la formula è sempre quella ma a noi piace sempre così tanto, soprattutto di questi tempi dove la chillwave la fa da padrone sentire qualche colpo di tamburello e qualche dolce schitarrata non può far altro che bene.
Una cioccolata calda, qualcuno di speciale accanto e il freddo inverno fuori dalla finestra.
Il disco perfetto per occasioni del genere.
White Wishes - Today | Download
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Tennis - Bimini Bay

Tra le band prossime all'esordio ed amate da TS ci sono i Tennis. Del loro LP conosciamo solo poche canzoni ed oggi, grazie ad una sessione acustica per Rolling Stone, abbiamo la fortuna di ascoltare un nuovo pezzo dal titolo "Bimini Bay".
MP3:Tennis - Bimini Bay
lunedì 27 dicembre 2010
Un nuovo Toro Y Moi nel 2011

Tra le tante uscita interessanti del prossimo anno c'è da segnalare il secondo lavoro di Toro Y Moi, " Underneath The Pine", che vedrà la luce il 22 Febbraio cercando di riconfermare Chazwick Bundick come uno dei protagonisti della scena musicale moderna e proponendosi con un nuovo sound rinvigorito da bassi e suoni nostalgici. Ci andiamo quindi a sentire due anteprime dell'album, tasto destro e salvate mi raccomando.
Toro Y Moi - Still Sound (mp3)
Toro Y Moi - Imprinter After (mp3)
domenica 26 dicembre 2010
The Wombats, nuovo EP e nuovi video
Molte novità per i fan dei The Wombats, la band di Liverpool che ha da poco annunciato un considerevole ritardo nell'uscita del loro secondo album adesso atteso per il mese di Aprile. Comincia a delinearsi il nuovo sound che promette di rimanere fedele alla vena estremamente catchy di "The Wombats Proudly Present: A Guide to Love, Loss & Desperation" pur contando sull'aiuto di sinth e tastiere; a dimostrarlo è un' esibizione live all'interno del programma di Zane Lowe in onda su BBC Radio 1. Il pezzo in questione si intitola "(Never Knew I Was A) Techno Fan" e farà sicuramente parte della tracklist definitiva del nuovo LP.
E' di oggi invece il videoclip del singolo "Jump Into The Fog" (uscito in free digital download un mesetto fa) che sarà disponibile come EP in mp3 a partire dal 24 Gennaio alla cifra di 1.99 £; oltre alla traccia da cui prende il titolò conterrà anche le b-sides "How I Miss Sally Bray", "Valentine" e "Addicted To The Cure".
E' di oggi invece il videoclip del singolo "Jump Into The Fog" (uscito in free digital download un mesetto fa) che sarà disponibile come EP in mp3 a partire dal 24 Gennaio alla cifra di 1.99 £; oltre alla traccia da cui prende il titolò conterrà anche le b-sides "How I Miss Sally Bray", "Valentine" e "Addicted To The Cure".
Yeasayer Live at Ancienne Belgique

Per festeggiare un 2010 pieno di successi la band americana degli Yeasayer ha voluto mettere a disposizione dei fan un intero album live registrato il 28 Ottobre durante la loro esibizione all'Ancienne Belgique di Bruxelles. Il tutto è scaricabile qui, come vedrete la band ci lascia decidere l'importo che desideriamo pagare per l'album (non vi preoccupate c'è anche free) lanciano nuovamente l'iniziativa inventata anni fa dai Radiohead. Un bel regalo per tutti, fan e non solo, che potranno sentire l'intera setlist mentre mangiano gli avanzi del pranzo di Natale.
Live at Ancienne Belgique:
01 Madder Red
02 Rome
03 Wait for the Summer
04 Tightrope
05 Red Cave
06 Grizelda
07 Sunrise
08 Mondegreen
09 Strange Reunions
10 O.N.E.
11 Ambling Alp
12 The Children
13 2080
sabato 25 dicembre 2010
Download Klaxons - Landmarks of Lunacy EP

E' Natale, questa mattina tutti avranno scartato i propri regali più o meno graditi ed anche i Klaxons hanno deciso di farci un bel regalo natalizio dandoci la possibilità di scaricare direttamente dal loro sito un EP completamente inedito dal titolo Landmarks of Lunacy. La tracklst è formata da "The Pale Blue Dot", "Silver Forest", "Ivy Leaves", "Wildeflowers" e "Marble Fields"; tutti pezzi registrati durante i lavori di "Surfing the Void" e successivamente scartati dalla casa discografica perché "troppo sperimentali". Se volete scaricare l'EP potete farlo cliccando qui, altrimenti potete comodamente ascoltarlo tramite SoundCloud.
The Pale Blue Dot by klaxons
Silver Forest by klaxons
Ivy Leaves by klaxons
Wildeflowers by klaxons
Marble Fields by klaxons
giovedì 23 dicembre 2010
Wolf Gang's Lions in Cages video
Natale significa "periodo di magra" per noi blogger, ogni news è oro ed in questo caso siamo fortunati ad offrirvi qualcosa di interessante. E' online il video di "Lions in Cages, ultimo singolo della one man band Wolf Gang, uscito in forma fisica da più di un mese. Il video è disponibile attraverso l'appicazione facebook della band che potete trovare qui. Noi vi lasciamo con un' esibizione live decisamente particolare.
Wolf Gang - Lions in Cages (mp3)
Wolf Gang - Lions in Cages (mp3)
lunedì 20 dicembre 2010
Neon Indian - Mind, Drips
In un periodo di magra come quello natalizio ci è parso giusto proporvi un video disperso nella mole di informazioni che ogni giorno assediano i nostri pc. E' di qualche settimana fa il video dei Neon Indian e del loro pezzo "Mind, Drops", diretto da Lars Larsen che ci accompagna in un vortice di colori e suoni chillwave.
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