venerdì 29 ottobre 2010

Margins - Paul Smith



Chi mettereste nella top 5 dei migliori frontman degli ultimi 10 anni? La risposta potrebbe essere banale per quanto soggettiva, ma chi meglio di tutti è riuscito a mescolare sudore, parole, carisma e cappelli orrendi? Sto parlando di Paul Smith, non PS lo stilista, PS leader dei Maximo Park, tornato nel giro grazie ad un discreto album solista intitolato “Margins”. Quest'anno è andata così. Leader e non delle grandi band di inizio secolo hanno continuato a sfornare album separandosi (provvisoriamente) dal loro gruppo. Ci avevano illuso già Casablancas e Flowers, e neanche poco. Anteprime sul web con trailers mozzafiato, vestiti del futuro nel passato, scritte colorate come solo a Las Vegas si possono contemplare, e poi...

Paul Smith invece torna senza pretese, con sonorità non troppo diverse rispetto a quelle già sentite nei Maximo Park, gli ultimi Maximo Park (quelli dell'album d'esordio “A Certain Trigger” sono solo un lontano bel ricordo). Il disco si apre con una delle tracce più belle e famose dell'album “North Atlantic Drift”. Un concentrato di malinconia ed energia che fa suscitare emozioni come solo le grandi canzoni sanno fare, dove la voce di Smith è ovviamente protagonista. Si passa per melodie ancora più soft con “The Crush And The Shutter” e “Improvement/denouement”. “Strange Fiction” capita proprio quando ci si sta per addormentare, portandoti all'idea che quello che si sta ascoltando, è un disco che merita di stare negli scaffali della tua casetta. Anche perchè andando avanti ci troviamo ad ascoltare “While You're In The Bath”. Il titolo non è uno dei più promettenti, ma non appena si spinge il tasto play, parte una dolcissima chitarra che ci fa capire quanto questo lavoro sia onesto e sincero. Il pezzo è lentissimo e può lasciare con l'amaro in bocca quelle persone che si aspettavano un outro più definito e scontato. Gli altri pezzi scorrono in maniera fluida, si ha voglia di ascoltarli sempre una seconda volta. Ma poi si arriva al singolo che ha preceduto l'uscita dell'album, “Our Lady Of Lourdes”. Una canzone che non ha bisogno di essere descritta. Note suonate con il flanger che si ripetono per quasi tutta la canzone, che in realtà è divisa in tre parti distinte, ma che può far pensare ad un loop continuo che trova la sua massima espressione quando il signorotto di Billingham canta “Waving their handss like wandss”. Il disco si chiude con un ukulele scordato che accompagna la solita voce di Paul in un altro “lentone” da sigaretta e riflessioni.

Non c'è alcun dubbio. Paul Smith sta vincendo la battaglia dei dischi solisti. Neanche le sonorità dance di fine anni 90 sperimentate da Kele, leader dei Bloc Party, nei giorni nostri, vincono contro la semplicità e la purezza di “Margins”. Un disco che consiglio a tutti di avere in macchina. Intanto Smith ci verrà a trovare nel nostro bel paese. Il 12 novembre sarà a Milano, il 13 a Roma e il 14 a Mirano a 20 km di distanza da Venezia.







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