domenica 10 ottobre 2010

Sufjan Stevens - The Age of Adz



5 anni, mai attesa fu più snervante di questa. Sufjan Stevens rientra in piena regola nella categoria di musicisti moderni che porta l'etichetta di "geni" ed è per questo che The Age of Adz (che si legge odds e che si ispira al lavoro di Royal Robertson) era tanto atteso quanto temuto dal sottoscritto. Quando mi accostai per la prima volta alla sua musica venni rapito dalla semplicità degli arrangiamenti che, nonostante l'essenzialità riempivano i brani in maniera sublime addobbandoli per renderli straordinari all'ascolto. Stevens è un cantautore dopo tutto, e come tale è "tenuto" a servirsi di piano, chitarra voce e qualche altro strumento facilmente rintracciabile in qualsiasi produzione musicale da 80 anni ad oggi, ma a lui piace andare oltre, sperimentare ed includere nuove sonorità e per questo TAoA assume una nuova faccia, diversa da quelle precedenti e fatta di sonorità impensabili. Perché la chiave di volta di questo album, ciò che lo rende bellissimo è la perfezione con cui Sufjan è riuscito ad integrare gran parte dei suoi tratti musicali distintivi con delle nuove influenze electro e witch regalandoci/mi un nuovo avvento degno di un qualsiasi Messia.




1 commento:

  1. Recensione postata ben 2 giorni prima della release ufficiale.. che efficienza ragazzi!

    Ci piace assai quest'album! : )

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