venerdì 19 novembre 2010

Broken Records - Let Me Come Home



L'etichetta 4AD ha lasciato cadere la miglior foglia del suo autunno; non c'è infatti disco più stagionale di questo. Già la copertina lascia immaginare il freddo che si appresta a pungere, le caldarroste, i glabri alberi. I giovanotti di Edinburgh propongono, ad un anno dall'ultimo lavoro, ritmi inconfondibilmente folk, giravolte di suoni che trasportano in qualche Twilight o Terra di Mezzo. Oggettivamente un album discreto, con la sua pacatezza, i suoi profumi (perché no). Ci si poteva aspettare ad ogni modo qualcosa di un poco diverso, forse più sperimentale, da un gruppo battezzato dall'NME come "Scottish Arcade Fire" il cui cantante afferma di essersi ispirato ai primi REM oltre che a Nick Cave e Springsteen.
Il paragone con la certezza Arcade Fire è di certo automatico, quasi involontario. Le congruenze però si fermano ai primi ascolti; le fantasie vocali di Win Butler sono ancora troppe spanne più in alto, le melodie ancora non così d'avanguardia. Quello dei Broken Records risulta un album in fin dei conti grezzo, anche se non mancano brani molto orecchiabili quali A Darkness Rises Up, The Motorcycle Boy Reigns o Modern Worksong. Brani nei quali i fratelli Sutherland e compagni non disdegnano musica energica, di carattere, quasi anatemica, ben alternata a momenti di atmosfere docili, a tratti romantiche. Impossibile non citare in merito l'omaggio (fino a che punto?) al giorno di San Valentino, totem dei cioccolatini e dei fiori, Dia Dos Namorados. Particolare di questo pezzo è l'andare a mo' di nenia celtica, un lamento che si arrampica su sé stesso senza tregua.
I Used To Wait scade troppo presto nella ripetività, sottolineata dal tempo lento ed affannato. Le note morbide del piano ed i tamburelli la rendono vagamente sdolcinata. Leaving Song è un buon mix di sonorità scure e penetranti in cui si riconsce l'influenza di Mumford & Sons e sopratutto Beirut.
Forse il problema è proprio qui. Fino a che punto un buon gruppo può rimanere tale se continua per album ed album a limitarsi in un genere iperabusato? Speriamo dunque che I Broken Records decidano di guardarsi attorno perchè centrarsi eccessivamente in uno stile (bello o brutto che sia) e comprimere il proprio sound in compartimenti stagni alle lunghe tende ad insipidire il prodotto finale. E nessuno vuole prodotti insipidi.





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