Cosa possa aver spinto in quartetto londinese a cimentarsi con un introspezione folk è un mistero, il risultato è altrettanto misterioso e sicuramente non impressionante come lo era un anno fa, 11 pezzi dalla volontà matura ma dal sapore ancora acerbo. Se un gruppo ha bisogno di crescere cercherà di farlo nel modo migliore, senza sforzarsi di trovare una vena troppo lontana dalla loro origine, Flaws lascia interdetti per le scelte musicali non sempre azzeccatissime e forse troppo ripetitive. Il primo singolo, Ivy and Gold, è sicuramente il momento più felice dell'album, una ballad folk allegra e in linea con lo spirito estivo; la reinterpretazione di Dust On the Ground mette in luce le potenzialità del gruppo che però vengono gettate all'aria con alcuni pezzi decisamente trascurabili. Ci si rammarica per l'occasione sprecata e si spera in una maturità meno forzata e precoce.
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