martedì 7 dicembre 2010

Catfish


"Who do you think you are talking to?"

Come parlare di Catfish? Sicuramente iniziando dalla frase che accompagna la promozione del film, una domanda che fa un po' da "grillo parlante" a Nev, protagonista della vicenda, che si ritrova a voler/dover scoprire chi si nasconde dietro la parole della bella Megan. Se l'amicizia che ti ha portato ad innamorarti di una ragazza è nata attraverso Facebook c'è ben poco di certo e dopo che Nev inizia a scoprire come gran parte delle informazioni di Megan sono inventate comincia a chiedersi chi è il vero mittente di tutti quei pacchi pieni di quadri e lettere d'amore. Una storia tanto assurda da sembrare finta, io stesso stentavo a crederci e ne ho dubitato fino alla fine, fino a quando i "facts" relativi ai personaggi non mi sono sembrati così dettagliati da essere veri.
E difficile analizzare un film così "atipico", raccontato in stile documentaristico e cinema verità; si può dire, senza alcun dubbio che questa è un' esperienza irripetibile tanto per i registi (che parteciparono realmente alla vicenda) quanto per lo spettatore che rimarrà sicuramente spiazzato per gli 80 minuti che compongono la pellicola.
Ammetto che a fine visione ero abbastanza indeciso, ero pronto a stroncare il tutto con frasi come "esperimento mal riuscito" o "80 minuti senza senso", poi mi sono fermato a riflettere arrivando a pensare che se è tutto vero, se la gente è arrivata a fingersi altre persone, significa che c'è qualcosa di decisamente sbagliato nella gente ed bene esserne a conoscenza. Catfish è quindi un interessante esperimento (non mal riuscito come pensavo ore fa) che potrà lasciare totalmente indifferenti come completamente esterrefatti, a voi la scelta.


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