venerdì 6 maggio 2011

Machete


Guardare Machete significa avere un incontro diretto con il trash, percorrere la navata centrale della chiesa che lo adora e pregare per lui insieme ad altri fedeli. Robert Rodriguez ci ha da tempo abituato a livelli qualitativi altalenanti, e se una volta ci aveva dato Tarantino e Clooney a caccia di vampiri quella dopo ci aveva proposto Antonio Banderas e prole pronti a salvare il mondo. Ammetto però che era da tempo che il buon Bob non mi deludeva, Sin City e Planet Terror erano due opere degne di portare la firma del regista e Machete aveva tutti i presupposti per diventare un nuovo cult degno di essere ricordato in ogni nenia della chiesa del trash. Se l'idea di vedere Danny Trejo che affetta malcapitati per due ore di film non riuscisse a solleticarvi posso aggiungere sul piatto le partecipazioni di Robert De Niro come un polito corrotto e burattino e di Steven Segal nei panni di un malavitoso faticista di katane. Machete è un film che sa soddisfare tutti, sa divertire il pubblico più esigente e solleticare quello più cazzone entrato in sala solo per vedere il nudo (falso) di Jessica Alba. Non dovete arrabbiarvi però. Rodriguez dirige il film in modo così serio da far sembrare reale anche l'improvvisa vocazione religiosa di un' ex pornostar amatoriale, intere sequenze di arti mozzati ed una rivolta nazionale guidata attraverso un camioncino dei tacos. Machete porta il cinema di seria z in prima divisione prendendosi sul serio e convincendo in pieno il sottoscritto.

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